I muoni e quella famosa sconosciuta sigla

Raggi cosmici, muoni, telescopi, E.E.E., sono parole che al liceo scientifico Scorza sonomolto frequenti. Ma che cosa significano, precisamente?

Dal 2012 lo Scorza fa parte del progeto E.E.E., acronimo di Extreme Energy Events (Eventi di estrema energia), grazie al laboratorio, inaugurato dal prof. Zichichi e realizzato dal Centro Fermi che ospita il famigerato telescopio. L’acronimo non deve però trarre in inganno, perchè non si studiano bombe atomiche o esplosioni nucleari, ma infime particelle subnucleari che ci colpiscono tantissime volte al secondo: sono i muoni. Queste provengono dall’universo e hanno un impatto relativamente considerevole sulla biosfera e sul clima; nulla di pericoloso, sono infatti talmente piccole che ci attraversano dalla testa ai piedi senza neanche accorgersene.

Proprio per questo c’è bisogno di strumenti molto sofisticati per rilevarle e studiarle ed il nostro telescopio è adatto a questa missione; naturalmente, non ha bisogno di stare all’aria aperta per funzionare.

Somiglia molto di più ad uno scaffale che ad un telescopio, ma in realtà dentro ogni piano (che viene chiamato “camera”) sono disposte longitudinalmente delle strisce (strips) di conduttore attraversate da corrente. Oltre alle strisce, si trovano molte lastre di “vetro” sottile, tra le quali passa un particolare gas. In questo modo, ogni volta che un muone colpisce ogni camera viene rilevato. Avendo colpito più camere, inoltre, si possono calcolare velocità e direzione, parametri molto importanti nello studio di queste particelle.

 

Ogni giorno i ragazzi del progetto racolgono i dati del funzionamento del telescopio ma in realtà l’attività del telescopio è monitorata tutto il giorno per tutta la settimana dal computer ad esso collegato, che sforna una miriade di file contenenti informazioni su ogni singola particella. Per farvi un’idea, il rate medio (ovvero il numero medio di particelle che ci colpisce in un secondo) è di 23; con un po’ di calcoli, otteniano che il telescopio è colpito in media da 1 987 200 particelle ogni giorno, tutte differenti per velocità, direzione, inclinazione, energia (e in realtà, i muoni sono solo alcune delle particelle, perchè insieme ad essi viaggiano elettroni, nutrini, mesoni, positroni (i raggi cosmici nel loro insieme, in sostanza) che vengono automaticamente ignorate dal sofware).

Ai dati forniti dallo strumento vengono affiancate le condizioni climatiche (temperatura e pressione atmosferica), proprio perchè si presuppone una correlazione tra eventi climatici ed eventi di queste particelle. Inoltre, lo studio di queste particelle ha permesso di scoprire una camera segreta nella piramide di Cheope.

Il progetto è esteso a tutta Italia, ma solo poche scuole (poco più di 40) ospitano strumenti di questo tipo. Vi è un telescopio anche sulla stazione spaziale internazionale (ISS) e i rilevatori del CERN sono costituiti da enormi involucri che funzionano allo stesso modo. Ciò che colpisce di pù, è sapere che il telescopio è stato costruito dai ragazzi stessi del liceo al CERN di Ginevra, fianco a fianco a scienziati che quotidianamente studiano queste particelle. Il progetto è coordinato dal prof. Franco Mollo, associato al Centro Fermi.

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